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"Famiglia in campo! Percorso di ricerca e formazione per una genitorialita' sportiva consapevole" e' il titolo del progetto realizzato dalle PGS in collaborazione con Fondazione IARD grazie ad un finanziamento erogato dal Ministero della Solidarieta' Sociale. Fondazione IARD e' un'organizzazione senza scopo di lucro, specializzata nel campo della ricerca e dell'intervento sui processi culturali, educativi e formativi e che pone un'attenzione sistemica al mondo giovanile. Il progetto ha voluto porre in risalto alcuni obiettivi statutari delle PGS, ovvero: facilitare e favorire la collaborazione con le famiglie e le agenzie educative e sociali; promuovere lo sport come esercizio di partecipazione alla vita del territorio e di assunzione e sollecitazione di responsabilita' nell'individuare problematiche e risposte condivise. Le PGS ritengono che l'attivita' sportiva sia un momento educativo privilegiato da offrire a bambini e ragazzi, per trasmettere regole e valori che non solo fanno crescere dal punto di vista sportivo, ma contribuiscono alla maturita' della persona come essere sociale. Cio' non significa togliere autorevolezza alla famiglia, a cui rimane l'insostituibile compito di educare i propri figli, bensi' contribuire sinergicamente al raggiungimento di uno stesso fine. Troppo spesso pero' le realta' sportive, soprattutto quelle di ispirazione cattolica, sono vissute come luoghi sicuri in cui "parcheggiare il figlio" e alle quali delegare i compiti educativi che appaiono spesso difficili da trasmettere, anche a causa di una compressione dei tempi di vita di cura all'interno di una gestione famigliare. Con questo progetto si e' tentato di creare una vera alleanza educativa tra allenatori e genitori all'interno di un progetto condiviso. PGS e Fondazione IARD credono fermamente nella famiglia come primo luogo di socializzazione ed educazione dei ragazzi: pertanto ritengono fondamentale che le famiglie debbano essere informate e formate circa gli obiettivi che le PGS si propongono di raggiungere mediante l'attivita' sportiva, al fine di collaborare attivamente al raggiungimento degli stessi obiettivi di crescita e sviluppo. I tre obiettivi principali del progetto: costituzione di un osservatorio permanente sul ruolo educativo della famiglia nello sport sperimentazione di un modello formativo per famiglie ed educatori sperimentazione di un modello di rete per pensare a strategie che coinvolgano l'associazione. Il progetto e' stato pensato come occasione di incontro, di dialogo, di confronto con le famiglie, per dare avvio ad esperienze di collaborazione tra realta' sportive e famiglie. Nello specifico, il progetto appena terminato ha focalizzato l'attenzione sugli atleti e le loro famiglie e sulla percezione reciproca che questi soggetti hanno gli uni degli altri in ordine all'esperienza sportiva; il percorso ha coinvolto un gruppo di allenatori, attraverso la sperimentazione di un programma formativo che aiutasse gli stessi a condividere con le famiglie la vita sportiva dei giovani atleti. Dalla ricerca sono emersi alcune questioni su cui le associazioni sportive sono sollecitate a riflettere: Dalla lettura dei dati emersi, come cosi' brevemente illustrato, occorre interrogarsi sulle discrepanze di percezione reciproca e trovare un punto di accordo su cui iniziare a dialogare per educare insieme i ragazzi. La famiglia e' comunque ancora considerata il luogo affettivo primario, punto di riferimento per il ragazzo, nonostante molte agenzie educative dichiarino il contrario. Da questi risultati nasce la necessita' di aiutare le famiglie a ri appropriarsi del loro ruolo e l'urgenza di aiutare allenatori e dirigenti ad attivare strategie che facilitino la collaborazione con i genitori. La necessita' di dare vita ad una comunita' di adulti che "educano insieme" porta al bisogno di utilizzare il patto di corresponsabilita' educativa anche in un contesto extrascolastico quale quello dello sport. La famiglia e' il luogo di base dell'educazione, una risorsa pedagogico educativa fondamentale che non puo' essere sottovalutata, svalutata ed esclusa dai processi di formazione ed educazione dei ragazzi. *(De Rita, 2007) Occorre pertanto restituire alla famiglia la sua peculiarita' di luogo di vita, di apprendimento, di educazione e di gioco. E se da una parte l'attuale contesto storico culturale chiede ai genitori una formazione che in passato non era necessaria e un nuovo modo di concepirsi all'interno delle relazioni con altri adulti di riferimento, agli allenatori e ai dirigenti e' chiesto di maturare nuove competenze e nuove responsabilita' per poter interagire con le famiglie. Occorre pertanto creare una comunicazione tra famiglia e realta' sportive, al fine di costituire una comunita' educante di adulti in grado di rispondere, con le differenti peculiarita' di ruolo e funzioni, ai bisogni dei ragazzi. **(Novara, 2004) *De Rita G., Famiglia e responsabilita' educativa, Conferenza Nazionale sulla famiglia, Firenze, 2007. **Daniele Novara (a cura di), La scuola dei genitori. Come aiutare i figli a diventare grandi, Piacenza, Berti, 2004 |
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